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Un sovrintendente e 4 Agenti di Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Bologna hanno dovuto ricorrere alle cure ospedaliere per le ferite riportate causa un’aggressione subita da un detenuto extracomunitario, non nuovo a fatti di violenza, nei confronti degli operatori in servizio nel Reparto Infermeria. Dopo le cure al pronto soccorso i Poliziotti sono stati dimessi con una prognosi dai sette ai dodici giorni s.c.

Nel porgere agli sfortunati colleghi la nostra piena vicinanza e solidarietà, non possiamo non manifestare rabbia e preoccupazione per questa deriva violenta di cui gli operatori penitenziari sono prime vittime

Così Domenico Maldarizzi della Uil PA Polizia Penitenziaria ed Antonino Soletta della Cgil, commentano il ferimento dei poliziotti penitenziari, oggi pomeriggio, alla “Rocco D’Amato” di Bologna “Il sovrintendente ed altri due Agenti erano intenti ad eseguire la battitura delle inferriate quando il detenuto, peraltro già segnalato per atteggiamenti violenti, si è scagliato prima su un Agente e successivamente ha sfregiato sul viso il sovrintendente con una penna. Ne è nata una colluttazione dove il magrebino aveva la meglio impossessandosi del ferro usato dagli Agenti per la battitura, barricandosi all’interno della sezione, e minacciando chiunque si avvicinasse. Solo con l’intervento del Comandante di Reparto, dopo una serrata trattativa, si riusciva a far desistere il ristretto dal suo intento violento e ad arrendersi alla Polizia Penitenziaria. Il ristretto dopo qualche ora è stato immediatamente trasferito in altra struttura della Regione

Quella della violenza in carcere è una questione che preoccupa non poco i sindacati della Polizia Penitenziaria proprio a causa dell’escalation di violenza all’interno degli Istituti.

E’ evidente che questo delle violenze e delle aggressioni è un problema che non si ripercuote solo sull’ordine interno ma anche sulla funzionalità dei servizi, generando assenze per convalescenze per un Personale gia ridotto all’osso”. Sia chiaro – sottolineano Maldarizzi della Uil Polizia Penitenziaria e Antonino Soletta della CGIL – “che nessuna condizione , per quanto disumana ed incivile, può giustificare il ricorso alla violenza. Queste sono gesta che vanno perseguite disciplinarmente e, se del caso, anche in via penale. Concordiamo con quanti reclamano condizioni di vita meno disumane all’interno degli Istituti, ma a maggior ragione sarebbe apprezzata una presa di posizione anche in difesa di chi per garantire ordine e sicurezza deve ricorrere ai sanitari per la cura delle ferite riportate nelle attività di servizio.” I sindacalisti sollecitano sul punto il DAP a monitorare gli episodi di violenza e le sanzioni comminate agli aggressori “Spesso in ragione di un inopportuno, quanto scellerato, buonismo molti Dirigenti Penitenziari tendono a sminuire la portata delle aggressioni e delle violenze in danno del personale. Sarebbe il caso- concludono i sindacalisti - che il DAP si attivasse per monitorare le aggressioni e, soprattutto, rilevi le eventuali sanzioni disciplinari comminate agli aggressori. Ne verrebbe fuori, siamo certi, un quadro sconcertante che rasenta la complicità. Non punire, infatti, non è perdono ma approvazione della violenza

Domenico Maldarizzi 3387191531