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La scrivente Organizzazione Sindacale ritiene doveroso e fondamentale affrontare la questione degli invii presso i locali nosocomi di cui all'oggetto in modo risolutivo, tenuto conto che dall'analisi dei dati statistici emergerebbe un quadro negativo sul versante dell'assistenza e delle prestazioni sanitarie all'interno della struttura penitenziaria bolognese.

Il trend negativo evidenzia che dal 01.01.2016 al 12.04.2016 la Casa Circondariale di Bologna ha effettuato 96 visite ambulatoriali programmate e ben 228 detenuti  sono dovuti ricorrere in VIA D'URGENZA alle cure dei nosocomi locali ai sensi dell’art. 17 DPR 230/2000.

Se poi tali dati vengono incrociati con il numero di utenti presenti presso l’istituto  bolognese (circa 760) il quadro è davvero preoccupante, poiché certifica un sistema sanitario che presenta grossissime imperfezioni sul versante della medicina preventiva, tenuto conto che solo poche decine di questi invii urgenti attraverso il numero di emergenza 118 si sono poi tramutati in un ricovero del soggetto detenuto con relativo piantonamento.

Non vi è dubbio che i detenuti devono usufruire dell'assistenza sanitaria secondo le disposizioni della vigente normativa e che l'assistenza deve essere prestata all'interno degli istituti penitenziari, salvo quanto previsto dal secondo comma dell'articolo 11 della legge, ma è pur vero che questi dati dimostrano che si è di fronte ad una politica di gestione e di assistenza sanitaria poco efficiente ed un uso smodato della norma di riferimento, che presuppone l'invio immediato dei detenuti all'esterno della struttura penitenziaria solo in urgenza e per gravi ed imminente pericolo di vita.
                 Riteniamo che non sia nostro compito trovare le soluzioni adatte ad una siffatta gestione, ma è importante che si trovi con fermezza e sollecitudine una risoluzione della questione posta. Sarebbe auspicabile tralasciare gli interessi politici sottesi, visto che trattasi di un costo troppo esoso sia in termini di spesa sanitaria, che ricade sulla collettività, che di impiego di risorse umane; in particolare si fa riferimento alla Polizia Penitenziaria che si vede costretta ad operare in contesti ospedalieri ove non è facile garantire adeguati condizioni di sicurezza.

In questi ultimi mesi siamo davvero preoccupati per il dilatarsi a dismisura di un fenomeno che rischia di diventare pericoloso anche per i cittadini.

Infatti, tutta una serie di patologie di cui sono affetti i detenuti curabili tranquillamente all’interno del Penitenziario, vengono soddisfatte con l’invio presso gli Ospedali di Bologna; tutto ciò comporta seri problemi organizzativi connessi con la grave carenza di Poliziotti Penitenziari che devono assicurare l’accompagnamento degli stessi, tanto che si arriva sempre più spesso a sguarnire in maniera pericolosa le sezioni detentive e tutta la struttura penitenziaria. Inoltre, tale situazione sta consentendo ad numero sempre più consistente di detenuti - tra cui anche quelli con fine pena abbastanza lunghi - di uscire dal carcere quando lo desiderano, anche per problemi fisici minimi a tutte le ore della giornata, in particolare quelle serali e notturne.

Cosi assistiamo a processioni di detenuti che vengono tradotti presso i vari ospedali della zona per una semplice patologia; è sufficiente che un detenuto dichiari di aver ingerito una batteria o un pezzo di lametta che puntualmente ce lo ritroviamo in visita urgente.

Molte volte vi sarebbero stati invii urgenti disposti anche dopo molte ore o addirittura giorni dall’accaduto, solo per eseguire delle semplici radiografie, pur essendo presente all’interno dell’Istituto una sala raggi ed altri ambulatori che potrebbero consentire di trattare tali casi in totale sicurezza per tutti.

Si può ben capire che questo modus operandi potrebbe essere sfruttato da qualche malintenzionato senza scrupoli e senza nulla da perdere, per provare ad organizzare azioni violente ed eclatanti (evasioni), anche attraverso aiuti esterni, che potrebbero avere epiloghi tragici non solo per il personale di scorta, ma anche per la popolazione civile che avrebbe l’unico torto di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato.

In questo sforzo congiunto questa O.S. chiede al Direttore dell’Istituto, al Direttore dell’Ausl, al Dirigente Sanitario dell’Istituto ma anche alle altre Autorità, di interessarsi della vicende al fine di richiedere alle parti in causa uno sforzo ed un senso di responsabilità maggiore, affinché si cerchi, per quanto possibile, di ridurre sensibilmente il via vai oramai giornaliero  tra carcere e nosocomi cittadini. Auspichiamo, pertanto, di trovare nel breve futuro risoluzioni a detta problematica per evitare che in mancanza di provvedimenti seri, potremmo ritrovarci nel prossimo futuro a commentare eventi tragici già accaduti in diversi Istituti della Repubblica ormai di dominio pubblico.

In attesa di provvedimenti a questo nostro “grido d’allarme” si porgono distinti saluti

Il Coordinatore Provinciale

Domenico Maldarizzi

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