logo banner top

Gravissimo episodio di violenza nella Casa Circondariale di Reggio Emilia.

Nel primo pomeriggio di oggi,  un detenuto magrebino, già noto agli operatori per la sua scarsa attitudine al rispetto delle regole, ha aggredito un Assistente Capo che lo accompagnava in Infermeria per la consueta terapia. A difesa del poliziotto sono intervenuti immediatamente altri colleghi che, nel tentativo di bloccarlo, sono rimasti anch’essi feriti.

A rendere nota l’ennesimo atto di violenza è Domenico Maldarizzi del Coordinamento Regionale della Uil Penitenziari che continua affermando – “Ormai gli atti di violenza sono all’ordine del giorno ed a pagare sono sempre gli uomini e le donne di Polizia Penitenziaria. Una situazione allarmante, tanto più grave se si considera che questa è l’ennesima aggressione che avviene in un carcere dell’Emilia Romagna  contro appartenenti alla Polizia Penitenziaria”

 

Se all’interno delle carceri negli ultimi tre anni le aggressioni, i reati, gli atti vandalici, le infrazioni disciplinari sono triplicate e se le evasioni sono così frequenti qualcuno dovrebbe pure fare qualcosa per tamponare questa situazione.

Il problema afferma Domenico Maldarizzi  è che siamo usciti da un dichiarato Stato di Emergenza senza che il Governo abbia sentito il bisogno di adottare misure straordinarie; gli organici sono oggi ridotti a circa 38.000 unità (45.000 circa quelle previste), all’interno delle carceri sono stati ridotti di ulteriori 500 unità da destinare all’esecuzione penale esterna pur senza avere un quadro normativo che consenta ai baschi azzurri il controllo delle misure alternative alla detenzione, presso i palazzi del potere, nonostante le sollecitazioni del Ministro, lavorano ancora circa 1000 unità in più di quelle previste (1.179).”

E Reggio Emilia ne è l’esempio lampante – chiosa Domenico Maldarizzi -  ad oggi soffre di una carenza d’organico di circa 50 unità sulla pianta organica prevista dal D.M. del 2013; da allora sono state aperte nuove sezioni senza l’incremento d’organico necessario.

Posto che ogni aggressione subita da un poliziotto penitenziario nelle prime linee delle frontiere penitenziarie è da considerarsi una aggressione allo Stato, è assolutamente necessario – conclude il Coordinatore Regionale della Uil Penitenziari - che nei confronti dei detenuti che si siano macchiati di tali violenze si adottino misure esemplari, nel pieno rispetto della legge e di ogni garanzia, anche per fungere da deterrente per tali spiacevoli episodi e, nel caso concreto,  chiederemo immediatamente agli organi competenti l’immediato trasferimento in altra struttura dell’autore di simili violenze!

 

Ai cinque colleghi, che al momento non si conosce ancora la prognosi, va tutta la solidarietà e vicinanza della Uil P.A. Polizia Penitenziaria

Allegati:
Scarica questo file (Comunicato stampa 21.02.2017.doc)Comunicato stampa 21.02.2017.doc[ ]108 kB