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Un Poliziotto Penitenziario di 35 anni, in servizio alla Casa Circondariale di Bologna, questa mattina, si è tolto la vita lanciandosi dal balcone della propria abitazione in Abruzzo – A darne notizia è Domenico Maldarizzi della Uil Pa Polizia Penitenziaria.

Forse in questo caso non c’entrano le pessime condizioni di lavoro degli Agenti poiché presumibilmente è da ricondurre a qualche delusione personale ma, di certo, non si può  sottacere sul fatto che dall’inizio dell’anno ben 7 colleghi hanno deciso di farla finita”.

Una strage silenziosa - continua Maldarizzi - quella di chi si toglie la vita tra gli appartenenti alle forze dell’ordine a dimostrazione che l’accesso a strumenti letali e particolari situazioni lavorative di stress sono tra i «fattori incidenti», considerati dagli psichiatri nella valutazione clinica del rischio di suicidio”.

“È vero – chiosa il sindacalista – è difficile arginare questo rischio suicidio per il numero di variabili a cui sono esposti i membri delle forze dell’ordine ma, è pur vero che l’Amministrazione ben poco fa per diminuire le azioni stressogene del nostro lavoro o per cercare di captare disagi anche familiari.

“Le esperienze pregresse, che pure sono state realizzate a macchia di leopardo sul territorio nazionale, hanno dimostrato che i “centri di ascolto” o gli “sportelli psicologici”, per evidenti ragioni, non sono frequentati e/o non sono da soli sufficienti perciò l’Amministrazione, oggi, deve analizzare le cause  dello stress, carenze di personale, strutture, mezzi attrezzature, insufficienze formative ma soprattutto – continua Maldarizzi - deve cercare di prevenire gli  eventi critici poiché i Poliziotti possono essere coinvolti in qualità di spettatori, soccorritori e protagonisti durante l’espletamento del proprio servizio al punto di mettere a dura prova le capacità di adattamento Questi eventi possono avere un effetto traumatico e potenzialmente lesivo dell’idoneità specifica del lavoratore, sia per colui che è rimasto vittima dell’infortunio/incidente, sia per coloro che hanno assistito direttamente all’intervento e/o prestato soccorso.

Questo induce nel personale – conclude Il Segretario della Uil PA Polizia Penitenziaria di Bologna - un significativo senso di isolamento sociale e fisico che suscita un sentimento di abbandono da parte della propria amministrazione, una tendenza a confrontare la propria condizione con quella dei detenuti, una monotonia e ripetitività del lavoro che possono risultare dannosi ed ingigantire eventuali problemi personali.

Alla famiglia del povero collega intendiamo far pervenire i sentimenti del nostro più vivo cordoglio da parte di tutta la Uil Pa Polizia Penitenziaria

Domenico Maldarizzi

3387191531

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